23.2.06

 

Approfondimento mese

L’attuazione in Italia delle normative comunitarie: la legge comunitaria del 2005

Cosa è la legge comunitaria
È ben noto che le politiche dell’Unione europea incidono ormai in maniera assai significativa sugli ordinamenti degli Stati membri, sulle attività delle pubbliche amministrazioni e sulle condizioni dei privati. Nell’esercizio delle varie competenze ad esse attribuite, le istituzioni europee adottano un grande numero di atti normativi che vincolano gli Stati membri e pongono l’esigenza di una loro corretta e puntuale attuazione. Questa esigenza è particolarmente pressante per le direttive comunitarie, che lasciano un significativo margine di intervento ai legislatori degli Stati membri e richiedono l’adozione di normative nazionali o regionali di attuazione dotate di una certa complessità.
L’Italia ha, per molti anni, affrontato i problemi legati alla necessità di garantire un’attuazione corretta e puntuale delle direttive comunitarie in maniera inefficiente e non sistematica; i risultati derivanti da questa impostazione sono stati negativi. Infatti, l’Italia è stata a lungo uno degli Stati membri più frequentemente oggetto di condanne per mancato adeguamento agli obblighi comunitari.
La situazione è sensibilmente migliorata con la creazione dell’istituto della “legge comunitaria annuale”. La legge comunitaria è il principale strumento di attuazione della normativa dell’Unione europea; essa è prevista e disciplinata dalla Legge 4 febbraio 2005, n.11 “Norme generali sulla partecipazione dell’Italia al processo normativo dell’Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari” che ha sostituito la Legge 9 marzo 1989, n.86 (la cosiddetta “Legge La Pergola”). Il fatto che tutta l’attività connessa alla predisposizione delle norme di attuazione si concentri in un dato periodo di tempo, in vista dell’adozione di un unico atto legislativo, contribuisce ad assicurare una corretta e tempestiva attuazione delle normative comunitarie.
Come funziona il sistema della legge comunitaria
Il Ministro per le politiche comunitarie, in collaborazione con le amministrazioni interessate e sulla base degli indirizzi espressi dal Parlamento e delle osservazioni delle Regioni, predispone il disegno di legge comunitaria.
Il disegno di legge viene presentato al Parlamento entro il 31 gennaio di ogni anno. In esso, il Governo riferisce al Parlamento sullo stato di conformità dell’ordinamento interno al diritto comunitario e fornisce l’elenco delle direttive attuate o da attuare.
La legge comunitaria garantisce il tempestivo adeguamento dell’ordinamento nazionale a quello comunitario:
- Mediante modifiche a norme vigenti che siano in contrasto con obblighi comunitari;
- Mediante disposizioni che diano attuazione diretta alla normativa comunitaria, che dispongano una delega al Governo, o che autorizzino il Governo a darvi attuazione – ove possibile – per via amministrativa o tramite regolamento di delegificazione;
- Mediante disposizioni recanti i principi fondamentali per l’attuazione da parte delle Regioni e delle Province autonome degli atti comunitari nelle materie di propria competenza legislativa;
- Mediante disposizioni che garantiscano l’intervento legislativo dello Stato ai fini dell’esercizio dei poteri sostitutivi in caso di inadempienza da parte delle Regioni
La legge comunitaria per il 2005
Il 18 gennaio 2006 il Senato ha approvato definitivamente la legge comunitaria per il 2005 recante “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee”. La legge dà attuazione ad un notevole numero di atti comunitari. Alcuni di questi sono menzionati direttamente nel testo della legge che contiene le disposizioni necessarie a dare loro attuazione. Nella gran parte dei casi, comunque, le direttive comunitarie da attuare sono elencate negli allegati alla legge. Gli allegati A e B contengono l’elenco delle direttive da attuare con delega al Governo e, in particolare, l’allegato B enumera quelle che riguardano argomenti più sensibili sul piano politico-istituzionale, per le quali è ritenuta necessaria la consultazione delle commissioni parlamentari in vista dell’adozione dei decreti legislativi.
Alcuni tra i principali settori su cui la legge comunitaria 2005 interviene dando attuazione alle relative direttive sono:
- Le condizioni per la circolazione dei cittadini dei paesi terzi. La Direttiva 2004/114 regolamenta, uniformandole e semplificandole, le condizioni di ammissione dei cittadini di Paesi terzi negli Stati membri per motivi di studio, scambio di alunni, tirocinio non retribuito o volontariato;
- Le pratiche commerciali sleali e protezione dei consumatori. La Direttiva 2005/29 regolamenta e uniforma i divieti delle pratiche commerciali sleali (azioni ingannevoli, omissioni ingannevoli e pratiche commerciali aggressive) al fine di eliminare ostacoli alla concorrenza e di assicurare un elevato livello di tutela dei consumatori;
- Le pari opportunità uomo – donna. La Direttiva 2004/113 estende e definisce il divieto di discriminazione basata sul sesso, nonché la validità del principio della parità di trattamento, anche per quanto riguarda l’accesso a beni e servizi e alla loro fornitura;
- Il riconoscimento delle qualifiche professionali. La Direttiva 2005/36 consolida e migliora, alla luce dell’esperienza applicativa, la disciplina in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali; la Direttiva in questione semplifica la materia anche perché sostituisce una serie di direttive specificamente rivolte a singole professioni;
- La lotta al riciclaggio dei proventi del terrorismo. La Direttiva 2005/60 disciplina gli strumenti giuridici per prevenire l’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di terrorismo. La Direttiva modifica e aggiorna, alla luce delle nuove raccomandazioni del GAFI (l’organismo internazionale operante in seno all’OCSE che si occupa di lotta al riciclaggio), la normativa del 1991 che si concentrava prevalentemente sui proventi del traffico degli stupefacenti.
A causa della continua produzione legislativa a livello europeo, l’approvazione della legge comunitaria 2005 non esaurisce gli sforzi che devono essere compiuti per assicurare una corretta e tempestiva attuazione delle normative comunitarie in Italia. Il Consiglio dei Ministri del 24 gennaio 2006 ha così avviato, su proposta del Ministro per le Politiche Comunitarie, l’esame preliminare dello schema di disegno di legge comunitaria 2006.





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