23.12.05

 

Prospettive Finanziarie 2007-2013


Che cosa sono
Le "Prospettive Finanziarie" sono un meccanismo di programmazione pluriennale delle spese dell'Unione Europea e stabiliscono un tetto di spesa per ciascuna azione e per ogni anno, allo scopo di contenere l'aumento totale delle spese e verificarne l’andamento. I tre attori principali che intervengono nella definizione delle Prospettive Finanziarie sono il Consiglio, la Commissione ed il Parlamento europeo.
Il bilancio pluriennale indicativo si basa su alcuni principi:
- il periodo di programmazione (il prossimo, 2007-13, sarà di 7 anni, poi si passerà a periodi quinquennali);
- le “rubriche”, ossia i capitoli di spesa del bilancio;
- le “direttrici”, ossia i massimali di spesa di ogni rubrica;
- il massimale complessivo di spesa, in % del RNL.
Le entrate sono regolate dal sistema delle risorse proprie, cioè i versamenti che spettano di diritto all’UE da parte degli Stati Membri in proporzione al proprio peso in termini di RNL e sono: le Risorse proprie tradizionali (prelievi agricoli e dazi doganali), la Risorsa Iva e la Risorsa PNL (o Quarta Risorsa).
Le uscite dipendono dalle spese per le politiche dell’UE: ovviamente, i flussi sono tali che, rispetto a quanto versato, alcuni Stati Membri ricevono di più (percettori netti) e altri meno (contribuenti netti).

Il dibattito sulle Prospettive finanziarie 2007-2013
Il dibattito sulle prospettive finanziarie 2007-2013 è iniziato con le
proposte presentate dalla Commissione Prodi il 10 febbraio 2004 e poi fatte proprie dalla Commissione Barroso.
I punti qualificanti delle proposte sono:
-
Strategia di Lisbona e Göteborg: ossia grande enfasi su competitività, ricerca, innovazione e sviluppo sostenibile;
- Stanziamenti per impegno pari a 1.025 Mrd di €, corrispondenti a 928 Mrd di pagamenti;
- Massimale degli stanziamenti fissato all’1,24% del RNL comunitario, per una spesa media annuale effettiva pari all’1,14% del RNL.
Sono proposte 5 nuove rubriche al posto delle 7 precedenti (1 Agricoltura, 2 Azioni strutturali, 3 Politiche interne, 4 Azioni esterne, 5 Amministrazione, 6 Riserve, 7 Pre-adesione):
1.a Competitività (ricerca, formazione, reti)
1.b Coesione (convergenza, cooperazione)
2. Risorse naturali (Pac, Sviluppo Rurale, Pesca, Ambiente)
3. Cittadinanza, libertà, sicurezza e giustizia (frontiere, immigrazione, asilo, diritti)
4. UE partner globale (Relazioni esterne, cooperazione allo sviluppo, aiuti preadesione)
5. Amministrazione

In seno al Parlamento, si è insediata il 14 ottobre 2004 la
commissione temporanea sulle sfide ed i mezzi finanziari dell'Unione allargata nel periodo 2007-2013 con il compito di difendere le priorità del Parlamento nei negoziati; definire le priorità politiche del Parlamento per le future prospettive finanziarie, sia a livello legislativo che in termini di bilancio; proporre, per le future prospettive finanziarie, una struttura in linea con dette priorità; valutare le risorse finanziarie da destinare alla spesa dell'Unione europea nel periodo 2007-2013; proporre una ripartizione indicativa delle risorse tra le varie rubriche delle prospettive finanziarie e all'interno delle stesse, conformemente alle priorità e alla struttura proposte.

Il negoziato ha incontrato da subito differenti difficoltà.
Il “blocco dei sei” ovverosia Francia, Germania, Regno Unito, Olanda, Svezia ed Austria (ossia i contribuenti netti al bilancio UE, con l’esclusione di Italia, Belgio e Lussemburgo) si sono dichiarati contrari ad un massimale delle spese UE superiore all’1% del RNL. Si è poi sottolineata la questione degli squilibri finanziari tra gli Stati Membri e la connessa riduzione del rimborso al Regno Unito Regno Unito; ma soprattutto, si richiedeva una minore spesa complessiva rispetto a quanto proposto dalla Commissione.
Tuttavia un forte taglio alla spese avrebbe significato un indebolimento delle politiche strategiche per l’agenda di Lisbona e di Goteborg: competitività, ricerca, coesione, sviluppo rurale.
Nella riunione del 16-17 giugno 2005 è stata discussa la
proposta della presidenza lussemburghese.I temi dominanti del dibattito erano la dotazione finanziaria per la PAC (a fronte di quella per l’innovazione) e la “correzione britannica” che Blair si è rifiutato di ridiscutere. La ferma opposizione del Regno Unito (e dell’Olanda) ha reso impossibile raggiungere un accordo determinando il fallimento dei negoziati.
Con l’insediamento della presidenza di turno britannica, il negoziato di fatto si è arrestato creando un clima di incertezza, alimentato dall’assenza di una leadership di stampo europeista.
Un nuovo impulso è arrivato dal Presidente della Commissione Barroso che il 20 ottobre 2005 ha formulato
5 proposte per il rilancio del negoziato per poter raggiungere un accordo entro dicembre
1- Almeno 1/3 del bilancio per crescita e occupazione (Almeno il 60% dei fondi per la coesione da dedicare agli obiettivi di Lisbona (competitività, ricerca, innovazione);
2- Ammortizzare gli effetti della globalizzazione (Con un fondo ad hoc per riconversione, riqualificazione professionale, formazione, da attivare nei casi di crisi accertata);
3- Consolidare la riforma della PAC (Pieno rispetto dell’accordo del 2002 e della riforma Fischler, ma 1 punto % in più di modulazione a partire dal 2009, per trasferire fondi dalla Pac allo sviluppo rurale);
4- Una roadmap per la riforma a lungo termine del bilancio (2008: revisione di medio termine per PAC e strategia di Lisbona; 2009: Libro bianco sulla revisione del bilancio);
5- Più controllo democratico e coerenza nell’azione esterna (Aumento del Fondo Europeo di Sviluppo e suo inglobamento nel bilancio generale dell’UE).
Dopo la proposta iniziale del
5 dicembre, è con il Consiglio europeo del 15-16 dicembre 2005 che è stato finalmente raggiunto l’accordo sulle nuove prospettive finanziarie.

Le conclusioni del Consiglio Europeo del 15-16 dicembre 2005
Gli stanziamenti di impegno 2007-2013 per l’UE saranno pari a 862,363 miliardi di € in stanziamenti d'impegno per il periodo 2007-2013 (quindi un risparmio di 10 miliardi rispetto alla fallita proposta lussemburghese, di ben 132 miliardi rispetto alle proposte della Commissione, di 113 miliardi rispetto all’indicazione dell’Europarlamento), ovvero a 1,045% del Pil comunitario, rispetto all'1,03% della precedente proposta britannica e all'1,06% del testo della presidenza lussemburghese.
Il “rebate” britannico verrà tagliato di 10,5 miliardi sul periodo di sette anni e riguarderà esclusivamente la politica agricola comune, scorporando invece tutte le spese legate all'allargamento e dal 2009 inizierà a ridursi progressivamente.
E’ stata inserita la “clausola di revisione” in virtù della quale la Commissione è chiamata ad intraprendere una completa revisione degli aspetti della spesa comunitaria, dalla PAC, al resto del bilancio e fino anche allo sconto britannico, da effettuarsi nel 2008-2009, che permetterà di prendere decisioni, all’unanimità, per una revisione di medio periodo e per le prossime prospettive finanziarie.
L’accordo assegna 5,3 miliardi di euro per i fondi regionali dei nuovi Stati Membri (modificando la precedente proposta britannica che prevedeva un taglio di 12, 3 miliardi), tra i quali spicca la Polonia che riceve 2,3 miliardi.
Slovacchia, Lituania e Bulgaria beneficeranno di 1,4 miliardi per la disattivazione di impianti nucleari.
La Spagna riceve 2 miliardi di euro extra per la ricerca e lo sviluppo mentre l’Austria riceve 900 milioni per lo sviluppo rurale.

La situazione per l'Italia
L’Italia chiude con un saldo netto inferiore allo 0,35% del Pil (all’inizio delle trattative e ra allo 0,38%) e con un totale di fondi aggiuntivi pari 1,9 miliardi di euro.
Il pacchetto italiano è così composto: 500 milioni di euro per lo sviluppo rurale; un aumento del fondo di coesione di 1,4 miliardi; la Sardegna (in phasing-in) avrà 251 miliardi e la Basificata (in phasing-out) 111 miliardi;alle Regioni del Centro-Nord spettano 210 miliardi e a quelle del Centro-Sud 828 miliardi; il totale dei fondi di coesione si attesterà cosi sui 25,7 miliardi.
Fini e Berlusconi si dichiarano soddisfatti dell'intesa raggiunta e dei contenuti per quanto riguarda l'Italia. "Siamo riusciti ad estenderli a regioni del nord ed alla Basilicata". Questa voce di bilancio, secondo quanto reso noto dal premier, ammonta a 1900 milioni di euro. Berlusconi ha poi affermato di considerare positivamente anche i fondi per la ricerca e per i nuovi Stati membri dell'UE, ricordando l'introduzione della clausola che consente la revisione dell'accordo a metà percorso. In data 21 dicembre 2005 il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, ha illustrato i particolari dell'accordo a Montecitorio davanti alle commissioni Affari Esteri, Affari Comunitari, Bilancio, e Politiche dell'Unione Europea del Senato e della Camera, riunite in sessione congiunta.

Note
Ora si attende il veto dell’Europarlamento tramite la procedura di co-decisione sull’intesa siglata a Bruxelles che è stata illustrata dal Premier britannico alla
Conferenza dei Presidenti aperta a tutti deputati.
Anche se l’intesa raggiunta avrà bisogno di nuove future rivisitazioni e riforme, certo è che la chiusura positiva del summit di Bruxelles evita un altro fallimento dopo la mancata ratifica referendaria franco-olandese sulla ratifica della Costituzione europea e il rigetto della proposta della presidenza lussemburghese.
Tuttavia, l’entità del bilancio, pari a poco più di un punto percentuale difficilmente si concilia con le ambiziose proposte dalle agende di Lisbona e Goteborg per un’economia più dinamica, innovativa e sostenibile.

Scarica i documenti del Consiglio del 15-16 dicembre





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