23.2.06

 

Approfondimento del Mese di Gennaio

Newsletter n.3
Il Programma di lavoro del Consiglio dell’Unione europea per il 2006

Il 1° gennaio 2006 ha avuto inizio il semestre austriaco di Presidenza dell’Unione europea cui seguirà, dal 1° luglio 2006, quello finlandese. I Governi dei due Paesi hanno elaborato, sulla base delle priorità del programma pluriennale 2004-2006, il Programma di lavoro del Consiglio per il 2006 che individua i principali obiettivi e le priorità da seguire nell’azione di quest’importante istituzione politica comunitaria.
Le due Presidenze intendono operare in stretto coordinamento al fine di contribuire al conseguimento di alcuni obiettivi generali: il consolidamento del benessere sociale ed economico, la tutela dell’ambiente, la garanzia di libertà e sicurezza per i cittadini europei, il rafforzamento del ruolo dell’Unione europea nel mondo.
Il Programma di lavoro è un documento piuttosto dettagliato e articolato che passa in rassegna i numerosi temi dell’agenda politica europea facendo riferimento ai singoli provvedimenti che risultano in corso di elaborazione e adozione. Si tratta dunque di un documento che affronta le questioni più varie dal coordinamento delle politiche economiche al completamento del mercato interno, dalle politiche sociali all’ambiente, dal settore giustizia affari interni alle relazioni esterne. È utile selezionare i temi principali.
Il dibattito sul Futuro dell’Europa e la Costituzione
In seguito all’esito negativo delle consultazioni referendarie in Francia e nei Paesi bassi, il Consiglio europeo ha deciso, nella riunione del giugno 2005, di iniziare una “pausa di riflessione” sul Futuro dell’Europa portando avanti il dibattito sia a livello europeo sia a livello nazionale. Nella stessa riunione, il Consiglio europeo ha deciso di svolgere una valutazione di questo dibattito nella prima metà del 2006. Le due Presidenze intendono dunque fare il punto della situazione in seno al Consiglio europeo del giugno 2006 allo scopo di chiarire le prospettive future della Costituzione e di trovare un accordo su come procedere. Il Cancelliere austriaco Schuessel e il Ministro degli esteri Plassnik hanno in più occasioni dichiarato pubblicamente di volere impegnare la Presidenza a individuare le soluzioni più adeguate per superare l’impasse nel processo di ratifica della Costituzione determinato dai no francese e olandese. La determinazione del governo austriaco non sembra però essere pienamente condivisa da quello finlandese che gli succederà alla Presidenza dell’Unione. Costruire un consenso sufficientemente ampio attorno alle possibili soluzioni concernenti la Costituzione non sarà facile. Ciò è mostrato anche dal fatto che la proposta del Presidente francese Chirac di sottoporre alla ratifica soltanto alcune parti della Costituzione ha sollevato le obiezioni della cancelliere tedesca Merkel, secondo la quale si rischierebbe così di compromettere il delicato equilibrio del testo costituzionale. Ad ogni modo, le dichiarazioni del governo austriaco hanno fatto tornare il tema della Costituzione nell’agenda politica europea dopo che la Presidenza inglese lo aveva sostanzialmente accantonato.
Il bilancio comunitario
Il Consiglio europeo di dicembre 2005 ha raggiunto un accordo sulle prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013. Il compromesso raggiunto a livello politico deve però essere tradotto in strumenti giuridici specifici attraverso la conclusione di un accordo interistituzionale tra Consiglio, Commissione e Parlamento nonché attraverso l’adozione dei necessari atti comunitari. Il Programma di lavoro del Consiglio chiarisce che lo svolgimento dei negoziati sull’accordo interistituzionale costituirà una priorità assoluta al fine di giungere ad una conclusione prima possibile. Si tratta comunque di un passaggio politico-istituzionale non privo di difficoltà, soprattutto per quanto riguarda il necessario assenso del Parlamento europeo che cercherà verosimilmente di ritoccare al rialzo le previsioni di spesa. I primi segnali in tal senso sono già arrivati, dal momento che la commissione bilancio del Parlamento europeo ha elaborato un progetto di risoluzione in cui si critica apertamente il compromesso raggiunto all’interno del Consiglio europeo, giudicato eccessivamente “al ribasso”. Il progetto di risoluzione prospetta apertamente la possibilità che il Parlamento eserciti il proprio diritto di veto al riguardo.
Queste possibili difficoltà renderanno necessario un forte impegno da parte delle Presidenze austriaca e finlandese allo scopo di definire un compromesso accettabile. L’obiettivo dichiarato all’interno del Programma di lavoro è giungere alla conclusione dell’accordo interistituzionale entro giugno 2006 e all’adozione di tutti gli specifici atti comunitarie entro la fine dell’anno.
Economia, competitività e mercato interno
I temi economici sono ovviamente al centro delle priorità delle Presidenze austriaca e finlandese definite nel Programma di lavoro. In primo luogo, si ribadisce l’impegno a fare progredire l’attuazione dell’Agenda di Lisbona in tutte le aree prioritarie. Nell’ambito del coordinamento delle politiche macro-economiche, inoltre, si prospetta la possibilità di aggiornare gli Indirizzi di massima per le politiche economiche alla luce dei programmi di azione nazionali elaborati dagli Stati membri.
In considerazione dell’importanza che il settore dei servizi riveste per l’economia europea, le due Presidenze si impegnano a portare a compimento i negoziati sulla direttiva sui servizi (la cd. “Direttiva Bolkenstein”) cercando di tenere conto delle preoccupazioni espresse dal Parlamento europeo e da alcuni Stati membri. Durante l’incontro per l’apertura della Presidenza austriaca il cancelliere Schuessel ha ribadito l’impegno del proprio governo verso l’approvazione della direttiva ed ha espresso la convinzione che sarà possibile raggiungere un compromesso equilibrato tra i diversi interessi in gioco. Questo obiettivo potrebbe risultare piuttosto ambizioso considerate le dure critiche espresse in merito alla proposta della Commissione sia da alcuni Stati membri sia dalla commissione mercato interno del Parlamento europeo. Il Governo austriaco potrebbe tentare di superare queste resistenze riducendo l’ambito di applicazione della direttiva escludendone alcuni settori. Le possibilità di giungere all’approvazione della direttiva potrebbero risultare accresciute dal cambio di governo in Germania con l’ingresso del partito di centro-destra CDU/CSU alla guida della coalizione.
Il Ministro austriaco delle Finanze Grasser ha infine dichiarato di voler riformare la normativa sull’IVA al fine di meglio combattere l’evasione che sottrae al gettito circa 60 miliardi l’anno a livello europeo. In teoria dovrebbe trattarsi di un obiettivo largamente condiviso dagli altri Stati membri, ma non si possono escludere difficoltà neanche su questo fronte. La materia è, infatti, soggetta all’unanimità e potrebbe non essere agevole costruire un consenso così ampio. Da anni si cerca, invano, di negoziare per cambiare l’attuale sistema IVA, proprio alla luce della nota facilità con cui si possono compiere frodi.
A differenza di quanto fatto da Tony Blair all’inizio della Presidenza inglese, che aveva dichiarato di voler contribuire a rendere il modello socio-economico europeo più adeguato e moderno ottenendo però risultati piuttosto magri, la nuova Presidenza austriaca ha scelto di non lanciare sfide così alte. Le difficoltà, comunque, non mancheranno. La priorità assoluta, dettata dalla necessità di far funzionare le politiche dell’Unione, sarà dare attuazione all’accordo sul bilancio: potrebbe non essere facile vista la posizione critica del Parlamento. Non molto agevole sarà, peraltro, giungere all’adozione della “direttiva Bolkestein” o alla riforma del sistema IVA. L’obiettivo più difficile da conseguire, sempre se il Governo austriaco vorrà davvero impegnarsi in tal senso, potrebbe essere quello di fare rivivere la Costituzione europea “uccisa” dai “no” francese e olandese.





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